Rosa Mascarell Dauder
Nella vita possono verificarsi alcune situazioni che ci fanno cambiare radicalmente direzione. María Zambrano ne ha dovute affrontare diverse. Quando era una dottoranda già insegnava come supplente presso la Universidad Central di Madrid, collaborava nella sezione femminile della Residencia de Estudiantes; in questo modo María de Maeztu vide in lei una perfetta sostituta nella continuazione del suo lavoro e nel suo ruolo nell’amministrazione. Inoltre, in quegli anni, partecipò come volontaria alle Misiones Pedagógicas. Se non fosse stato per il colpo di stato militare del 1963, prima o poi avrebbe sicuramente continuato il suo percorso universitario, un’istituzione che si stava gradualmente inserendo nelle nuove correnti femministe che stavano attraversando il mondo. È importante ricordare che nel 1920 María de Maeztu e Clara Campoamor entrarono a far parte dell’organizzazione mondale delle donne universitarie a sostegno della pace che si creò nel 1919, Graduate Women International, che ancora oggi porta avanti il suo impegno nel far occupare alle donne ruoli di responsabilità per prendere decisioni in un mondo più giusto.
Oggi ricordiamo María Zambrano per le sue opere, scritte quasi tutte durante l’esilio, un girovagare attraverso paesi e case diverse che la allontanò dal lavoro retribuito e la fece immergere nel mondo incerto della dedizione assoluta alla scrittura e alla bramata pubblicazione. Pubblicare e guadagnare attraverso le sue pubblicazioni è stato il suo stile di vita, insieme a tenere conferenze e seminari, e ha iniziato a sfruttare ogni momento, arrivando anche a rubare tempo al sonno per scrivere.
Oggi è una filosofa famosa, ma dobbiamo ricordare la fatica che lei e molte altre donne hanno fatto per dedicarsi alla scrittura, soprattutto dei saggi. Scrivere è un lavoro per le donne? Quanti lavori fanno le donne senza essere pagate? Faccio queste domande in un giorno che era dedicato alla donna lavoratrice e ora alla donna in generale; dovremmo chiederci il perché, probabilmente perché parlare di donne e di lavoro provoca domande insidiose. Maria Zambrano è stata una lavoratrice solo quando faceva parte del corpo docente dell’università (anche se era una semplice supplente)? Era una lavoratrice quando i suoi scritti si accumulavano sempre di più senza essere pubblicati?
María Zambrano è stata abbastanza lucida da sfruttare al meglio ciò che il destino le ha riservato e da trovare in ogni inferno un vuoto di pace in cui pensare e scrivere. Ora possiamo solo rendere onorare alla sua opera e leggerla traendone benefici.
Rosa Mascarell Dauder, responsabile della Fondazione María Zambrano, è stata la sua ultima segretaria. Il 12 giugno sarà all’Istituto Cervantes di Roma, accompagnata da Amparo Zacarés, per presentare i suoi ultimi libri dedicati alla filosofa.
MARÍA ZAMBRANO EN EL DÍA DE LA MUJER TRABAJADORA
Rosa Mascarell Dauder
Se dan situaciones en la vida que nos hacen cambiar de rumbo radicalmente. María Zambrano sobrellevó varias de ellas. Cuando era doctoranda ya estaba dando clases como sustituta en la Universidad Central de Madrid, colaboraba en la Residencia de Estudiantes- sección femenina- de manera que María de Maeztu veía en ella una continuadora de su labor y una firme candidata a sustituirla en la dirección. Además de ello, como voluntaria, participaba en aquellos años en las Misiones Pedagógicas. De no haber sido por el golpe militar de 1936, tarde o temprano hubiera seguramente seguido su camino en la Universidad, una institución que se iba incorporando poco a poco a los nuevos aires feministas que recorrían el mundo. Solo recordar que en 1920 María de Maeztu y Clara Campoamor se adscriben a la organización mundial de mujeres universitarias en favor de la paz que se crea en 1919, Graduate Women International, que sigue hoy en dicho esfuerzo intentando que las mujeres ocupen puestos de responsabilidad para tomar decisiones en favor de un mundo más justo.
Actualmente recordamos a María Zambrano por sus obras, escritas casi todas ellas en el exilio, un errar por diferentes países y domicilios que la apartó del trabajo asalariado y la sumergió en el incierto mundo de la dedicación exclusiva a la escritura y la ansiada publicación. Publicar y cobrar por ello fue su modo de vida, además de dar conferencias y seminarios, y se adaptó aprovechando cada momento robado al sueño para escribir. Ahora es una filósofa celebrada, pero debemos recordar el esfuerzo que supuso para ella y para tantas mujeres que se dedican a escribir ensayo especialmente. ¿Es un trabajo para la mujer el escribir? ¿Cuantas labores realiza una mujer sin salario? Pregunto estas cosas en un día que se dedicaba a la mujer trabajadora y ahora ya a la mujer en general, deberíamos preguntarnos el por qué, quizás porque provoca preguntas insidiosas hablar de mujer y trabajo. ¿Fue María Zambrano una mujer trabajadora solo cuando formaba parte del cuadro de profesores de la Universidad (aunque fuera simple sustituta)? ¿Trabajaba cuando se acumulaban sus escritos sin publicar?
María Zambrano tuvo la lucidez suficiente para aprovechar lo que el destino le deparó y encontrar en cada infierno un vacío de paz para pensar y escribir. Ahora no podemos más que honrar su trabajo y leerla con provecho.
Rosa Mascarell Dauder, patrona de la Fundación María Zambrano, ha sido su última secretaria. El 12 de junio estará en la Biblioteca María Zambrano del Instituto Cervantes de Roma, acompañada por Amparo Zacarés, para presentar sus últimos libros dedicados a la filósofa.