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Blog del Instituto Cervantes de Roma

Lengua y cultura de España e Hispanoamérica

Bibliotecario per un giorno – Vicente Funes

Grazie alla nuova edizione del ciclo “Bibliotecario per un giorno” con Vicente Funes, coordinatore della Comicteca e delle Strategie Digitali della Biblioteca Regionale di Murcia (Spagna) e ricercatore presso la Reale Accademia di Spagna a Roma, il 9 aprile si è svolto un incontro molto speciale presso la Biblioteca María Zambrano.

Funes ha presentato un approccio molto vario al fumetto, parlando della sua storia e della sua evoluzione nel corso dei decenni, delle caratteristiche del linguaggio utilizzato, del suo valore come catalizzatore sociale e culturale di diversi processi storici e di esempi notevoli in Spagna e in America Latina.

Ha inoltre tracciato un panorama vivo e mutevole del fumetto, l’OCNI (termine coniato da Thierry Groensteen che significa oggetto culturale non identificato), evidenziandone la natura scivolosa. Dal «tebeo», che gli ha conferito una sfumatura infantile, alla graphic novel, che si posiziona come qualcosa di alla moda, Funes descrive le sfumature che sono state date al fumetto. Cita diversi autori per compiere questo viaggio che risale agli inizi dell’illustrazione testuale, come Rodolphe Töpffer, passando per miti del fumetto come Frank Masereel o Lynn Ward, fino a raggiungere la mappa attuale e nazionale con essempi come Max o Carmen Barbará.

Tra i tanti argomenti, si è riflettuto sul genere, sui supereroi, sul fumetto come strumento politico in Spagna, sul movimento underground e sull’influenza americana, sulle fanzine e sulle risorse espressive del fumetto, e si è innescata una ricca riflessione tra tutti gli ascoltatori sull’attualità e sul segno lasciato dal fumetto.

Nella sezione finale, Funes presenta vari titoli di particolare interesse per l’attuale scena ispanofona, una piccola selezione di un elenco ancora più ampio che egli fornisce all’Instituto Cervantes e che noi possiamo mettere a disposizione di chiunque sia interessato. Ne abbiamo anche diversi in catalogo per la consultazione e il prestito, quindi vi invitiamo a venire a vederli e a esplorare l’affascinante mondo del fumetto.

Vicente Funes

Gracias a la nueva edición del ciclo «Bibliotecario por un día» de la mano de Vicente Funes, coordinador de la Comicteca y de Estrategias digitales de la Biblioteca Regional de Murcia (España) e investigador de la Real Academia de España en Roma, el pasado 9 de abril tuvo lugar en la Biblioteca María Zambrano un encuentro muy especial.

Funes realizó un enfoque muy diverso del cómic, hablando de su historia y su evolución a lo largo de las décadas, las características del lenguaje que utiliza, de su valor como catalizador social y cultural de distintos procesos históricos y de ejemplos notables en España y Latinoamérica.

También dibujó una panorámica viviente y cambiante del cómic, del OCNI (término acuñado por Thierry Groensteen que significa objeto cultural no identificado), remarcando lo resbaladizo de su naturaleza. Desde el tebeo, que le dio un matiz infantil, hasta la novela gráfica, que se posiciona como algo a la moda; Funes describe los matices que se le han ido dando al cómic. Menciona a diversos autores para realizar este recorrido que se remontan a los inicios de la ilustración de textos, como puede ser el caso de Rodolphe Töpffer, pasando por mitos del cómic como Frank Masereel o Lynn Ward, hasta llegar al mapa actual y nacional con Max o Carmen Barbará.

Entre muchos otros temas, se reflexionó sobre el género, sobre los superhéroes, los cómics como herramienta política en España, del movimiento underground y la influencia norteamericana, de los fanzines y de los recursos expresivos propios del cómic, y se avivó una rica reflexión entre todos los oyentes sobre la relevancia y la huella que ha dejado el cómic.

En la sección final, Funes nos expone diversos títulos de especial interés en la actualidad del panorama hispanohablante, una reducida selección de una lista todavía más amplia que proporciona al Instituto Cervantes y que nosotros podemos proporcionar a todo aquel interesado. Asimismo, contamos en nuestro catálogo con varios de ellos para consulta y préstamo, así que os animamos a que vengáis verlos y que no dejéis de explorar el fascinante mundo de los cómics.

Chitarre del Mediterraneo

Intervista a Pablo Sainz Villegas

Approffitando della visita di Pablo Sainz Villegas per el primo concerto del ciclo «Chitarre del Mediterraneo: un viaggio musicale attraverso Spagna e Italia», che celebra la ricca storia e cultura di Spagna e Italia attraverso alcuni dei brani più virtuosi e belli del repertorio chitarristico, abbiamo intervistato il chitarrista spagnolo.

La prima volta che siete salito su un palco avevate solo sette anni, a quanti anni avete iniziato a suonare la chitarra e come fu il primo approccio a questo strumento?

Ho iniziato a suonare la chitarra a sei anni. A casa, i miei genitori credevano in un’educazione umanistica, così sia mia sorella che io abbiamo iniziato con la musica come parte della nostra formazione. Fu una decisione molto naturale, quasi come imparare a leggere o a parlare. Ricordo che mi affascinava osservare come le corde vibrassero, come il legno risuonasse solo sfiorandolo. Ma fu a sette anni, durante il mio primo concerto, quando realmente sentii la magia. Quella sensazione di condividere qualcosa di invisibile ma profondamente umano con chi ti ascolta…fu un momento rivelatore. Da allora, capii che la chitarra non fosse solamente un strumento, ma un modo di toccare l’anima.

In  una intervista che vi hanno fatto recentemente, dicevate che la musica unifica la condizione umana. Che ruolo ha svolto la chitarra spagnola come “elemento unificatore” dell’identità latinoamericana?

La chitarra è uno strumento che appartiene tanto alla Spagna quanto al resto del mondo. Il suo viaggio in America Latina è stato più di una traversata geografica: è stato un incontro emozionale. Nel continente latinoamerico, la chitarra si è adattata con una naturalezza soprendente, come se vivesse già nell’anima dei suoi popoli. La ascoltiamo nei mariachi del Messico, nei tanghi dell’Argentina, nella samba del Brasile, nelle cuecas del Cile…È uno strumento che è diventato parte della voce di ogni cultura.

Dico sempre che la chitarra è lo strumento più democratico che esista: è alla portata di tutti, non necessita di grandi risorse e, tuttavia, può esprimere l’intero ventaglio della condizione umana. È anche il più vicino al cuore delle persone. In America Latina è stata testimone di celebrazioni, di lotte, di nostalgie e di sogni. E questo la rende un potente simbolo di unità, di identità e di resistenza poetica. La chitarra, in quel contesto, è un ponte emozionale che unisce storie, accenti e generazioni.

“El legado de la música sin fronteras” (“L’eredità della música senza frontiere”) è un progetto che intende promuovere la comprensione tra culture. Crede che la situazione politica attuale condizioni in qualche modo la produzione musicale recente?

Viviamo in un momento di grandi tensioni, dove spesso si alzano muri invece di ponti. E la musica, come forma d’arte profondamente legata alla libertà, non può essere estranea a questo contesto. È ovvio che ci sono condizionamenti politici e sociali che influenzano ciò che si crea, come si condivide, chi può accedere a certi spazi. Ma è proprio per questo che questo progetto è così necessario. Perché la musica può essere una trincea o una carezza, un grido o un abbraccio. E io preferisco che sia sempre un linguaggio che faccia unire le persone, capace di ricordarci la nostra umanità comune.

In questo contesto, crede che sia molto più necessario, ora più che mai, rafforzare la funzione educativa della musica in tenera età?

Certamente. La musica è uno strumento trasformativo, specialmente nell’infanzia. Non solo sviluppa capacità o abilità sociali, ma alimenta la sensibilità, l’empatia e la capacità di ascoltare, che è qualcosa di cui il mondo ha disperatamente bisogno. Io ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia dove la musica faceva parte della nostra educazione fin da piccoli. E questo mi ha segnato profondamente. Scomettere sulla musica nell’educazione è scommettere su una società più connessa, più sensibile e, soprattutto, più umana.

Da dove nasce l’idea di creare questo ciclo in cui si uniscono la tradizione musicale di due paesi con così tanti legami culturali in comune come Spagna e Italia?

Questo ciclo nasce da un bellissimo invito del direttore Ignacio Peyró, la cui sensibilità e amore per la cultura hanno reso possibile questo incontro. Fin dal primo momento, abbiamo condiviso una stessa intuizione: che Spagna e Italia sentono la storia in modo simile. Ci unisce uno sguardo comunque verso la bellezza, verso la tradizione, verso ciò che perdura attraverso l’arte. Ci unisce la musica, l’eredità e quella forma mediterránea di intender la vita attraverso l’emozione.

Questo ciclo cerca precisamente questo: tendere ponti tra due culture sorelle, ritorvarsi in ciò che è condiviso e celebrarlo. E la chitarra, per la sua storia, per la sua presenza sia in Spagna che in Italia, è lo strumento perfetto per farlo. È il linguaggio che parla a entrambi i popoli e che, senza bisogno di parole, connette i cuori. La chitarra ci ricorda che ciò che ci unisce è molto più potente di ciò che ci separa e che la musica continua a essere un modo che abbracciare l’altro.

Pablo Sáinz Villegas. Foto: Fabrizio Orzini

Aprovechando la visita de Pablo Sainz Villegas para el primer concierto del ciclo «Guitarras del Mediterráneo: un viaje musical a través de España y Italia», que celebra la rica historia y cultura de España e Italia a través de algunos de los fragmentos más virtuosos y bellos del repertorio guitarrístico, hemos entrevistado al guitarrista español.

La primera vez que se subió a un escenario tenía solo 7 años, ¿con qué edad empezó a tocar la guitarra y cómo fue su aproximación a este instrumento?

Empecé a tocar la guitarra con seis años. En casa, mis padres creían en una educación humanista, así que tanto mi hermana como yo empezamos con la música como parte de nuestra formación. Fue una decisión muy natural, casi como aprender a leer o a hablar. Recuerdo que me fascinaba observar cómo las cuerdas vibraban, cómo la madera resonaba con solo rozarla. Pero fue a los siete años, en mi primer concierto, cuando realmente sentí la magia. Esa sensación de compartir algo invisible pero profundamente humano con quien te escucha… fue un momento revelador. Desde entonces, entendí que la guitarra no era solo un instrumento, sino una forma de tocar el alma.

En una entrevista que le hicieron recientemente decía que la música unifica la condición humana. ¿Qué papel ha desempeñado la guitarra española como elemento unificador de la identidad latinoamericana?

La guitarra es un instrumento que le pertenece tanto a España como al mundo. Su viaje a América Latina fue mucho más que una travesía geográfica: fue un encuentro emocional. En el continente latinoamericano, la guitarra se adaptó con una naturalidad asombrosa, como si ya viviera en el alma de sus pueblos. La escuchamos en los mariachis de México, en los tangos de Argentina, en la samba de Brasil, en las cuecas de Chile… Es un instrumento que se ha hecho parte de la voz de cada cultura.

Siempre digo que la guitarra es el instrumento más democrático que existe: está al alcance de todos, no necesita grandes recursos, y sin embargo, puede expresar el abanico completo de la condición humana. Es también el más cercano al corazón de las personas. En América Latina ha sido testigo de celebraciones, de luchas, de nostalgias y de sueños. Y eso la convierte en un poderoso símbolo de unidad, de identidad y de resistencia poética. La guitarra, en ese contexto, es un puente emocional que une historias, acentos y generaciones.

“El legado de la música sin fronteras” es un proyecto que pretende promover el entendimiento entre culturas. ¿Cree que la situación política actual condiciona de alguna manera la producción musical reciente?

Vivimos un momento de grandes tensiones, donde muchas veces se levantan muros en lugar de puentes. Y la música, como forma de arte profundamente ligada a la libertad, no puede ser ajena a este contexto. Es cierto que hay condicionantes políticos y sociales que influyen en lo que se crea, en cómo se comparte, en quién puede acceder a ciertos espacios. Pero precisamente por eso, “El legado de la música sin fronteras” es tan necesario. Porque la música puede ser una trinchera o una caricia, un grito o un abrazo. Y yo prefiero que sea siempre un lenguaje de encuentro, capaz de recordarnos nuestra humanidad común.

En este contexto, ¿cree que es mucho más necesario, ahora que nunca, reforzar la función educativa de la música a una temprana edad?
Sin duda. La música es una herramienta transformadora, especialmente en la infancia. No solo desarrolla capacidades cognitivas o habilidades sociales, sino que alimenta la sensibilidad, la empatía y la capacidad de escuchar, que es algo que el mundo necesita desesperadamente. Yo tuve la suerte de crecer en una familia donde la música formaba parte de nuestra educación desde pequeños. Y eso me marcó profundamente. Apostar por la música en la educación es apostar por una sociedad más conectada, más sensible y, sobre todo, más humana.

¿De dónde surge la idea de crear este ciclo en el que se unen la tradición musical de dos países con tantos lazos culturales en común como España e Italia?

Este ciclo nace de una hermosa invitación del director Ignacio Peyró, cuya sensibilidad y amor por la cultura hicieron posible este encuentro. Desde el primer momento, compartimos una misma intuición: que España e Italia sienten la historia de manera similar. Nos une una mirada común hacia la belleza, hacia la tradición, hacia lo que perdura a través del arte. Nos une la música, el legado, y esa forma mediterránea de entender la vida a través de la emoción.

Este ciclo busca precisamente eso: tender puentes entre dos culturas hermanas, reencontrarse en lo compartido y celebrarlo. Y la guitarra, por su historia, por su presencia tanto en España como en Italia, es el instrumento perfecto para hacerlo. Es el lenguaje que habla a ambos pueblos y que, sin necesidad de palabras, conecta corazones. La guitarra nos recuerda que lo que nos une es mucho más poderoso que lo que nos separa, y que la música sigue siendo una forma de abrazar al otro.


Giornata Mondiale del Libro

Il 23 aprile del 1616 morivano Miguel de Cervantes, Shakespeare e l’Inca Garcilaso de la Vega, tre autori che hanno attraversato i confini e che oggi sono diventati un riferimento imprescindibile della letteratura universale. Per questo motivo, l’UNESCO scelse quel giorno come Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. Per celebrarlo, l’Instituo Cervantes di Roma ha ideato, nel suo programma 2025, una serie di diverse attività che si inseriscono nel mese del libro e che invitano ogni tipo di pubblico a celebrare la passione per i libri e la letteratura.

Bibliotecario per un giorno

In questa nuova edizione del ciclo “Biblioteario per un giorno”, Vicente Funes, coordinatore di Comicteca e Strategie Digitali della Biblioteca Regionale di Murcia (Spagna) e ricercatore per la Reale Accademia di Spagna a Roma, sarà incaricato di condividere con i lettori i fumetti che sono stati fondamentali nella storia del fumetto spagnolo e ispanoamericano. Con la sua contagiosa passione e le se profonde conoscenze, esplorerà le origini di questa forma d’arte, scoprendo come si è evoluta nel corso dei decenni, adattandosi ai cambiamenti sociali e culturali. L’attività si svolgerà il 9 aprile alle 17:30 presso la Biblioteca María Zambrano e inaugurerà in modo magistrale il mese del liro per tutti gli appassionati o i curiosi del mondo del fumetto.

Raccontastorie

IIn occasione per la celebrazione di San Giorgio e la Giornata Internazionale del Libro, la Biblioteca dell’Istituo Cervantes ha organizzato un cuentacuentos molto speciale nel quale i bambini viaggeranno con la mente in un mondo magico di fantasia e scopriranno l’origine della leggenda di San Giorgio. L’attrice Dèssirée Briones ci racconterà la storia di “El draóno, la princesa, San Jorge y la rosa”, di Jordi Serra i Fabra, dove un feroce drago terrorrizzava tutti gli abitanti di un piccolo paese. Sabato 12 aprile alle ore 10:30 si presenta questa opportunità di vivere le avventure di questo racconto in famiglia e incoraggiare i più piccoli a celebrare la lettura.

Scambio di libri

In un’altra delle attività proposte per la celebrazione della Giornata Internazionale del Libro, invitiamo tutti i nostri lettori a condividere, consigliare e scambiare i libri. Non importa di che genere o epoca appartenga il libro scelto, se una saga o un saggio breve, un classico o un fumetto moderno. L’unica cosa che importa è che i libri siano scritti in spagnolo e che abbiano un significato per ognuno dei lettori. Lo scambio sarà disponibile mercoledì 16 aprile dalle ore 09:30 alle ore 17:30 nella Biblioteca María Zambrano. Incoraggiamo tutti i nostri lettori a partecipare, poiché questa attività rappresenta un modo fantastico per trovare forza e ispirazione nei libri e celebrarli.

Conferenza “ I ponti della Lingua”engua»

In celebrazione del Giorno della Lingua Spagnola nell’Ano Giubilare 2025, le Ambasciate del Perù e di Spagna presso la Santa Sede, in collaborazione con l’Istituto Cervantes, presentano la conferenza “I ponti della Lingua: Dialogo tra Miguel de Cervantes Saavedra e l’Inca Garcilaso de la Vega”. Tra le esposizioni di Max Hernández (Segretario dell’Accordo Nazionale), Estrella Guerra Caminiti (Pontificia Università Cattolica del Perù) e Carmen de Mora (Università di Siviglia) si discuterà della ricchezza culturale e storica della lingua spagnola attraverso le figure emblematiche menzionate. Sarà disponibile un’interpretazione simultanea in spagnolo, italiano e inglese, quindi non ci sono scuse per perdersi l’appuntamento nell’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana il 15 aprile alle ore 17:00.

Día del Libro 2025

El día 23 de abril de 1616 fallecían Miguel de Cervantes, Shakespeare y el Inca Garcilaso de la Vega, tres autores que han traspasado fronteras y que hoy en día se han convertido en referencia imprescindible de la literatura universal. Por ese motivo, la UNESCO eligió ese día como Día Internacional del Libro y los Derechos de Autor.
Para celebrarlo, el Instituto Cervantes de Roma ha ideado en su programa 2025 una serie de diversas actividades que se enmarcan dentro del mes del libro y que invitan a todo tipo de público a celebrar la pasión por los libros y la lectura.

Bibliotecario por un día

En esta nueva edición del ciclo , «Bibliotecario por un día» Vicente Funes, coordinador de Comicteca y Estrategias digitales de la Biblioteca Regional de Murcia (España) e investigador de la Real Academia de España en Roma, será el encargado de compartir con los lectores los cómics que han sido fundamentales en la historia del cómic español e hispanoamericano.
Con su contagiosa pasión y sus profundos conocimientos explorará los orígenes de esta forma de arte, descubriendo cómo ha evolucionado a lo largo de las décadas, adaptándose a los cambios sociales y culturales. La actividad se realizará el 9 de abril a las 17:30 en la Biblioteca María Zambrano e inaugurará de forma magistral el mes del libro para todos aquellos fanáticos o curiosos del mundo del cómic.

Cuentacuentos

Con motivo de la celebración de San Jorge y del Día del Libro se ha organizado en la biblioteca del Instituto Cervantes un cuentacuentos muy especial en el que los niños viajarán a un mundo mágico de fantasía y conocerán el origen de la leyenda de San Jorge.
La actriz Dèssirée Briones, nos contará la historia de «El dragón, la princesa, san Jorge y la rosa», de Jordi Serra i Fabra, donde un feroz dragón atemorizaba a todos los habitantes de un pequeño pueblo. El sábado 12 de abril a las 10:30 se presenta esta oportunidad de vivir las aventuras de este cuento en familia y animar a los más pequeños a celebrar la lectura.

Intercambio de libros

En otra de las actividades propuestas para la celebración del Día Internacional del Libro invitamos a todos nuestros lectores a compartir, recomendar e intercambiar libros.
No importa de qué género o época sea el libro elegido, si una saga o un ensayo corto, un clásico o un cómic moderno. Lo único que importa es que los libros estén escritos en español y que tengan un significado especial para cada uno de los lectores. El intercambio estará disponible el miércoles 16 de abril de 9:30 a 17:30 en la Biblioteca María Zambrano. Animamos a participar a todos nuestros lectores, ya que está actividad supone una forma estupenda de encontrar fuerza e inspiración en los libros y de celebrarlos.

Conferencia «Los puentes de la Lengua»

En celebración del Día de la Lengua Española en el Año Jubilar 2025, las Embajadas del Perú y de España ante la Santa Sede en conjunto con el Instituto Cervantes presentan la conferencia «Los Puentes de la Lengua: Diálogo entre Miguel de Cervantes Saavedra y el Inca Garcilaso de la Vega». Entre las exposiciones por parte de Max Hernández (Secretario del Acuerdo Nacional, Estrella Guerra Caminiti (Pontificia Universidad Católica del Perú) y Carmen de Mora (Universidad de Sevilla) se conversará sobre la riqueza cultural e histórica de la lengua española a través de las figuras emblemáticas mencionadas. Contará con una interpretación simultanea al español, italiano e inglés, así que no hay excusa para perderse la cita en el Aula Magna de la Pontificia Universidad Gregoriana el 15 de abril a las 17.00.

Successo della mostra «Eduardo Chillida»

Alla luce del grande successo di pubblico e di critica, la mostra personale Eduardo Chillida(1924 – 2002) ospitata dall’Instituto Cervantes di Roma nella sede della Sala Dalí dal 23 ottobre 2024, è stata prorogata fino a sabato 25 gennaio 2025.

L’esposizione, organizzata dall’Instituto Cervantes di Roma e promossa dal Museo Chillida Leku con la collaborazione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, a cura di Javier Molins, nasce in occasione del centenario della nascita del grande artista e propone, per la prima volta nella capitale dopo trentadue anni, quarantuno opere dell’artista tra disegni, sculture e “gravitazioni” datate dal 1948 al 1997. Un’occasione veramente unica per ripercorrere l’evoluzione dell’opera dello scultore basco dalla figurazione all’astrazione.

Mostra Eduardo Chillida nella Sala Dalí dell’Instituo Cervantes di Roma

Ante el gran éxito de público y crítica, la exposición individual «Eduardo Chillida» (1924 – 2002) que acoge el Instituto Cervantes de Roma en sede de la Sala Dalí desde el 23 de octubre de 2024, ha sido prorrogada hasta el sábado 25 de enero de 2025.

La muestra, organizada por el Instituto Cervantes de Roma y promovida por el Museo Chillida Leku con la colaboración de la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea de Roma, comisariada por Javier Molins, nace con motivo del centenario del nacimiento del gran artista y presenta, por primera vez en la capital después de treinta y dos años, cuarenta y una obras del artista entre dibujos, esculturas y «gravitaciones» fechadas entre 1948 y 1997. Una ocasión única para recorrer la evolución de la obra del escultor vasco desde la figuración hasta la abstracción.

Chillida conquista Roma

La mostra all’Instituto Cervantes fa parlare di sé in Spagna

Il centenario della nascita di Eduardo Chillida è celebrato in grande stile a Roma, dove l’Instituto Cervantes ospita una mostra dedicata al maestro basco. L’evento ha suscitato un enorme interesse in Spagna, con numerosi articoli dedicati all’esposizione sui principali quotidiani. Ecco un campione

ABC El Diario OK Diario La Razón

La mostra, che presenta un ampio panorama della produzione artistica di Chillida, è stata accolta con grande entusiasmo dal pubblico romano e internazionale. La scelta di esporre le opere dello scultore nella Sala Dalí, uno dei luoghi più iconici di Roma, ha contribuito a rafforzare il legame tra l’arte spagnola e italiana.

Le sculture di Chillida, con la loro forza espressiva e la loro profonda connessione con la natura, trovano un’eco sorprendente nell’architettura barocca che circonda la Sala Dalí. Le curve sinuose delle sue opere sembrano dialogare con le linee morbide delle fontane e dei palazzi circostanti, creando un’atmosfera di sorprendente armonia.

L’arte di Eduardo Chillida continua a affascinare e a ispirare nuove generazioni di artisti. La mostra all’Instituto Cervantes di Roma ne è la prova. Le quaranta opere esposte, tra disegni, sculture e «gravitazioni», offrono un’ampia panoramica dell’evoluzione artistica di uno dei maestri indiscussi della scultura del XX secolo.

Programma culturale di giugno e luglio

El 31 de mayo de 2024 en Cultura por | Sin comentarios

Programma culturale di giuno e luglio. Consulta il pdf a questo link

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Programma culturale di aprile

El 3 de abril de 2024 en Cultura por | Sin comentarios

Programma culturale di aprile. Consulta il pdf a questo link

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Marianela, di Benito Pérez Galdós

Il femminile tra realtà e immaginazione: la relazione con il sé, una questione di sguardi

08/03/2024 alle ore 18:00

Instituto Cervantes (Roma) – Sala Dalí
Piazza Navona, 91
00198 Roma

Retrato de Benito Pérez Galdós por Joaquín Sorolla. Casa-Museo Pérez Galdós, Las Palmas de Gran Canaria

Sulla base della nuova traduzione del celebre romanzo Marianela di Benito Pérez Galdós, si terrà nella Sala Dalì dell’Istituto Cervantes di Roma un incontro in cui, basandosi sui personaggi del romanzo, verranno analizzati tratti femminili come la sensibilità e l’empatia, qualità che permettono un contatto più profondo con l’altro e la realtà del mondo e che possono portare a minare l’autostima e le relazioni, fino alla dipendenza affettiva.

La storia raccontata dallo scrittore e drammaturgo spagnolo, vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo, offre l’opportunità di esplorare, con un approccio femminile, temi come il «vedere» e l'»essere visti», il «guardare» e l'»essere immaginati»: ogni sguardo porta con sé un giudizio, anche quello di un ragazzo cieco dalla nascita come Pablo, che si innamora di Marianela.Attività svolta in occasione della Giornata Internazionale della Donna.

Participanti nel colloquio: Loretta Frattale, hispanista; profesora Daniela Mannino, traductora; Maura Papi, psicóloga; Noemi Cinti, editora; Pamela Pergolini, periodista.

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Entre lo cómico y la sátira, entre el cine y la narrativa

Feltrinelli

04/03/2024 alle ore 18:00

Instituto Cervantes (Roma) – Sala Dalí
Piazza Navona, 91
00198 Roma

Incontro con lo scrittore e regista David Trueba. David Trueba (1969) è oggi tra i più grandi registi, sceneggiatori e scrittori spagnoli. Le sue ultime opere (il film Saben aquell e il romanzo Queridos niños) si muovono tra una spietata e divertente satira politica della Spagna attuale e una commedia dolorosa e intensa ambientata negli anni bui del regime di Franco.

In dialogo con Marco Ottaiano, professore di Lingua e Letteratura Spagnola all’Università L’Orientale di Napoli, nonché uno dei maggiori studiosi del cinema e del romanzo iberico contemporaneo.

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Cristino de Vera, eremita della pittura

El 13 de febrero de 2024 en Cultura por | Sin comentarios
Dal 15 febbraio fino al 4 maggio 2024. Instituto Cervantes de Roma
Sala Dalí- Piazza Navona, 91

Juan Manuel Bonet è il curatore della prima personale italiana di Cristino de Vera (Santa Cruz de Tenerife, 1931), un solitario dell’arte e grande ammiratore di una penisola che visitò per la prima volta nel 1962, dopo aver ottenuto una borsa di studio della Fundación Juan March che gli diede la possibilità di visitare svariati paesi europei. Juan Manuel Bonet ha scelto le opere più emblematiche custodite nella Fundación CajaCanarias, presso il Governo delle Isole Canarie e nella Fundación Cristino de Vera di San Cristóbal de La Laguna; quest’ultima aprì le porte nel 2009.

Cristino de Vera ricevette una formazione presso la Real Academia de Bellas Artes della sua città natale, dove venne notevolmente influenzato da Mariano de Cossío, membro di un’illustre saga cantabrica ed esponente, durante il periodo anteguerra, del realismo magico. Cristino de Vera abbandonò la sua prima vocazione per il settore marittimo per dedicarsi alla pittura.

Mujer con libro, 1957. Dos tazas, flor y tres espacios , 2003. Dos figuras, 1997. Ventana al sur de Tenerife, 1987. Muros y dos objetos blancos, 1997. Paisaje con horizonte, 1963

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Luigi Boccherini: Un vínculo musical entre la Italia y la España del siglo XVIII

El 25 de enero de 2024 en Cultura por | Sin comentarios

Conferenza di María del Ser

Partendo dagli aspetti più significativi del contesto di entrambi i Paesi in una prospettiva multidisciplinare, sarà dedicata particolare attenzione alle linee guida musicali come parte dell’apparato statale, elemento chiave nella costituzione e rappresentazione del potere reale.

In questo senso, saranno affrontati attraverso la sua biografia i dati più significativi sulla figura del compositore e violoncellista italiano Luigi Boccherini (Lucca, 1743 – Madrid, 1805 (guidata dai suoi soggiorni a Roma, Vienna, Parigi, Milano e Madrid), lo studio delle fonti, la sua ricezione e la storiografia.

Verranno trattati alcuni casi particolari legati al compositore e all’esecuzione delle sue opere che riprendono l’intima relazione tra l’Italia e la Spagna (dove lavorò al servizio dell’Infante Don Luis Antonio de Borbón, fratello minore di Carlos III) insieme ai parallelismi, alla ripercussione e alle proiezioni che ebbero oltre i confini spagnoli.

Autore di un ampio catalogo che lo situa tra i principali compositori della Spagna e dell’Illuminismo, che comprende sinfonie, concerti, cantate, villancicos e diverse scene teatrali, ma che si distingue soprattutto per le opere da camera in cui propone alternative alle convenzioni prevalenti dell’epoca per quanto riguarda il trattamento armonico e formale.

Sottolineando sempre l’importanza della ricerca, dell’accesso ai documenti accreditati e alle fonti originali per generare una conoscenza autorevole, la conferenza sarà illustrata con immagini rappresentative e audizioni selezionate ad hoc come preparazione e complemento all’ascolto del concerto intitolato Boccherini assoluto, che sarà tenuto il 3 febbraio dai membri di Europa Galante sotto la direzione del collega violinista Fabio Biondi.

María del Ser

Dottoressa di ricerca in Educazione Musicale presso l’Università Complutense di Madrid, è stata un membro del Comitato per la Cultura della Universidad Internacional Menéndez Pelayo (UIMP), e del Comitato Consultivo di Musica del Programma per l’Internazionalizzazione della Cultura Spagnola di Acción Cultural Española (AC/E).

È la direttrice, sceneggiatrice e presentatrice di “Grandes ciclos”, “El jardín de Voltaire” e “Suite española” di Radio Clásica (rtve), di trasmissioni di concerti per “Fila cero” e “Los Conciertos de Radio Clásica”.

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