Amparo Zacarés Pamblanco
Il nuovo libro pubblicato dalla casa editrice Sabina su María Zambrano raccoglie una serie di scritti autobiografici di grande rilevanza nel percorso di vita della filosofa.
Da un lato, offre la possibilità di leggere i testi più emblematici legati all’esilio e, dall’altro, apporta l’originalità di conoscere scritti più intimi e personali. L’indice rende bene conto della scelta azzeccata di combinare testi noti e citati con altri meno conosciuti, appartenenti alla selezione di diari, sogni e poesie. Nella nota delle curatrici si legge che, nella preparazione e nella pubblicazione dell’edizione, si sono lasciate guidare dal piacere di leggere l’opera viva della filosofa-poetessa e dal suo modo di pensare-sentendo con cui si allontana dal discorso egemonico della metafisica occidentale e della poesia classica.
Il libro parte dal testo intitolato «A modo di autobiografia», pubblicato nel 1987, al ritorno dall’esilio e già stabilitasi a Madrid, e prosegue con una selezione di testi che vanno dal 1930 al 1990, poco prima della sua morte. Il suo metodo epistemologico-poetico è evidente in queste pagine in cui affiora quella discesa agli inferi dalle viscere di un essere incarnato e si addentra nell’eloquenza della ragione poetica che non rifiuta la tensione propria dell’atto riflessivo dove tutto nasce e disnasce ininterrottamente.
In sintesi, l’originalità di «Palabra en libertad» risiede nel carattere autobiografico dei testi raccolti, in cui la filosofa mette a nudo il pensiero e il sentimento radicale che hanno caratterizzato la sua vita e la sua opera.
La copertina e la biografia finale sono opera di Rosa Mascarell Dauder, che fu segretaria e documentarista della filosofa al suo ritorno dall’esilio e che oggi è patrona della Fondazione María Zambrano a Vélez Málaga. Nel suo insieme, questo libro offre una visione ravvicinata e commovente della pensatrice controcorrente che è stata e può essere letto come un’opportunità per approfondire le metafore, i simboli e le immagini che compongono la sua eredità filosofica.
El nuevo libro publicado por la editorial Sabina en torno a María Zambrano reúne una variedad de escritos autobiográficos de importante singularidad en el itinerario vital de la filósofa.
Por una parte, ofrece la posibilidad de leer los textos más emblemáticos relacionados con el exilio y por otra, aporta la originalidad de conocer escritos más íntimos y personales. El índice da buena cuenta del acierto en combinar textos conocidos y citados, con otros que no lo son tanto y que pertenecen a la selección de diarios, sueños y poemas. En la nota de las editoras puede leerse que, en la preparación y publicación de su edición, se guiaron por el placer de leer la obra viva de la filósofa-poeta y en su manera propia de pensar-sintiendo con la que se distancia del discurso hegemónico de la metafísica occidental y de la poesía clásica.
El libro parte del texto titulado «A modo de autobiografía» que se publicó en 1987, a la vuelta del exilio y ya instalada en Madrid, y continúa con una selección de textos que datan de 1930 hasta 1990 poco antes de su fallecimiento. Su método epistemológico-poético queda de manifiesto en estas páginas en las que aflora ese bajar a los infiernos desde las entrañas de un ser encarnado y se adentra en la elocuencia de la razón poética que no rechaza la tensión propia del acto reflexivo donde todo está naciendo y desnaciéndose ininterrumpidamente.
En suma, la originalidad de «Palabra en libertad» reside en el carácter autobiográfico de los textos recopilados donde la filósofa deja al descubierto el sentir y el pensar radical que caracterizó su vida y su obra.
La portada y la semblanza final, son obra de Rosa Mascarell Dauder que fue secretaria y documentalista de la filósofa al regreso del exilio y que hoy es patrona de la Fundación María Zambrano en Vélez Málaga. En su conjunto, este libro aporta una visión cercana y conmovedora de la pensadora contracorriente que fue y puede leerse como una oportunidad para ahondar en las metáforas, símbolos e imágenes que conforman su legado filosófico.
Rosa Mascarell Dauder
Nella vita possono verificarsi alcune situazioni che ci fanno cambiare radicalmente direzione. María Zambrano ne ha dovute affrontare diverse. Quando era una dottoranda già insegnava come supplente presso la Universidad Central di Madrid, collaborava nella sezione femminile della Residencia de Estudiantes; in questo modo María de Maeztu vide in lei una perfetta sostituta nella continuazione del suo lavoro e nel suo ruolo nell’amministrazione. Inoltre, in quegli anni, partecipò come volontaria alle Misiones Pedagógicas. Se non fosse stato per il colpo di stato militare del 1963, prima o poi avrebbe sicuramente continuato il suo percorso universitario, un’istituzione che si stava gradualmente inserendo nelle nuove correnti femministe che stavano attraversando il mondo. È importante ricordare che nel 1920 María de Maeztu e Clara Campoamor entrarono a far parte dell’organizzazione mondale delle donne universitarie a sostegno della pace che si creò nel 1919, Graduate Women International, che ancora oggi porta avanti il suo impegno nel far occupare alle donne ruoli di responsabilità per prendere decisioni in un mondo più giusto.
Oggi ricordiamo María Zambrano per le sue opere, scritte quasi tutte durante l’esilio, un girovagare attraverso paesi e case diverse che la allontanò dal lavoro retribuito e la fece immergere nel mondo incerto della dedizione assoluta alla scrittura e alla bramata pubblicazione. Pubblicare e guadagnare attraverso le sue pubblicazioni è stato il suo stile di vita, insieme a tenere conferenze e seminari, e ha iniziato a sfruttare ogni momento, arrivando anche a rubare tempo al sonno per scrivere.
Oggi è una filosofa famosa, ma dobbiamo ricordare la fatica che lei e molte altre donne hanno fatto per dedicarsi alla scrittura, soprattutto dei saggi. Scrivere è un lavoro per le donne? Quanti lavori fanno le donne senza essere pagate? Faccio queste domande in un giorno che era dedicato alla donna lavoratrice e ora alla donna in generale; dovremmo chiederci il perché, probabilmente perché parlare di donne e di lavoro provoca domande insidiose. Maria Zambrano è stata una lavoratrice solo quando faceva parte del corpo docente dell’università (anche se era una semplice supplente)? Era una lavoratrice quando i suoi scritti si accumulavano sempre di più senza essere pubblicati?
María Zambrano è stata abbastanza lucida da sfruttare al meglio ciò che il destino le ha riservato e da trovare in ogni inferno un vuoto di pace in cui pensare e scrivere. Ora possiamo solo rendere onorare alla sua opera e leggerla traendone benefici.
Rosa Mascarell Dauder, responsabile della Fondazione María Zambrano, è stata la sua ultima segretaria. Il 12 giugno sarà all’Istituto Cervantes di Roma, accompagnata da Amparo Zacarés, per presentare i suoi ultimi libri dedicati alla filosofa.
MARÍA ZAMBRANO EN EL DÍA DE LA MUJER TRABAJADORA
Rosa Mascarell Dauder
Se dan situaciones en la vida que nos hacen cambiar de rumbo radicalmente. María Zambrano sobrellevó varias de ellas. Cuando era doctoranda ya estaba dando clases como sustituta en la Universidad Central de Madrid, colaboraba en la Residencia de Estudiantes- sección femenina- de manera que María de Maeztu veía en ella una continuadora de su labor y una firme candidata a sustituirla en la dirección. Además de ello, como voluntaria, participaba en aquellos años en las Misiones Pedagógicas. De no haber sido por el golpe militar de 1936, tarde o temprano hubiera seguramente seguido su camino en la Universidad, una institución que se iba incorporando poco a poco a los nuevos aires feministas que recorrían el mundo. Solo recordar que en 1920 María de Maeztu y Clara Campoamor se adscriben a la organización mundial de mujeres universitarias en favor de la paz que se crea en 1919, Graduate Women International, que sigue hoy en dicho esfuerzo intentando que las mujeres ocupen puestos de responsabilidad para tomar decisiones en favor de un mundo más justo.
Actualmente recordamos a María Zambrano por sus obras, escritas casi todas ellas en el exilio, un errar por diferentes países y domicilios que la apartó del trabajo asalariado y la sumergió en el incierto mundo de la dedicación exclusiva a la escritura y la ansiada publicación. Publicar y cobrar por ello fue su modo de vida, además de dar conferencias y seminarios, y se adaptó aprovechando cada momento robado al sueño para escribir. Ahora es una filósofa celebrada, pero debemos recordar el esfuerzo que supuso para ella y para tantas mujeres que se dedican a escribir ensayo especialmente. ¿Es un trabajo para la mujer el escribir? ¿Cuantas labores realiza una mujer sin salario? Pregunto estas cosas en un día que se dedicaba a la mujer trabajadora y ahora ya a la mujer en general, deberíamos preguntarnos el por qué, quizás porque provoca preguntas insidiosas hablar de mujer y trabajo. ¿Fue María Zambrano una mujer trabajadora solo cuando formaba parte del cuadro de profesores de la Universidad (aunque fuera simple sustituta)? ¿Trabajaba cuando se acumulaban sus escritos sin publicar?
María Zambrano tuvo la lucidez suficiente para aprovechar lo que el destino le deparó y encontrar en cada infierno un vacío de paz para pensar y escribir. Ahora no podemos más que honrar su trabajo y leerla con provecho.
Rosa Mascarell Dauder, patrona de la Fundación María Zambrano, ha sido su última secretaria. El 12 de junio estará en la Biblioteca María Zambrano del Instituto Cervantes de Roma, acompañada por Amparo Zacarés, para presentar sus últimos libros dedicados a la filósofa.
Nei giorni 10 e 11 dicembre si sono tenute le Giornate Internazionali “Escrituras de la identidad y del exilio: visiones de Europa a partir de María Zambrano”.
Queste Giornate Internazionali, organizzate dal Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture straniere dell’Università Roma Tre, in collaborazione con la Fondazione María Zambrano, con il FILCO (Grupo de Investigación en Literatura Contemporánea) e con il GEXEL (Grupo de Estudios del Exilio Literari e sovvenzionate da parte dell’Istituto Cervantes di Roma sono state inserite all’interno del ciclo di attività Herencias —scritture di memoria e identità. Esse mirano a fornire un’opportunità di ricerca e creazione multidisciplinare che possa trattare le sfide sociali che l’Europa odierna si trova ad affrontare, in termini di memoria democratica e storica, a partire dalla filosofia fino ad arrivare alla scrittura.
Le giornate sono state inaugurate da Simone Trecca, direttore del Dipartimento di LLCS, Ignacio Peyró, direttore dell’Instituto Cervantes di Roma e da Marifé Santiago Bolaños, della Fondazione María Zambrano. Sono intervenuti anche diversi professionisti specializzati nelle opere della Zambrano, come Elisabetta Sarmati (Sapienza Università di Roma), Paola Cattani (Università degli Studi Roma Tre), Esther Lázaro Sanz (Universitat Autònoma de Barcelona), Nieves Rodríguez Rodríguez (Universidad Complutense de Madrid/Universidad de Alcalá), Ignacio Amestoy (autore teatrale), Rubén Buren, Juanma Romero Gárriz e Carmen Soler.
Inoltre, Begoña Colmenero Niño, responsabile della Biblioteca María Zambrano dell’Instituto Cervantes di Roma, ha avuto la possibilità di rappresentare il Fondo María Zambrano della suddetta biblioteca.
Los días 10 y 11 de diciembre han tenido lugar las Jornadas Internacionales “Escrituras de la identidad y del exilio: visiones de Europa a partir de María Zambrano”.
Estas Jornadas Internacionales, organizadas por el Departamento de Lengua, Literatura y culturas extranjeras de la Università degli Studi Roma Tre, en colaboración con la Fundación María Zambrano, (GILCO) Grupo de Investigación en Literatura Contemporánea y (GEXEL) Grupo de Estudios del Exilio Literari y patrocinadas por el Instituto Cervantes de Roma, están adscritas al ciclo de actividades de Herencias —scritture di memoria e identità, y pretenden brindar una oportunidad de investigación y creación multidisciplinar que pueda abordar desde la filosofía y la escritura los desafíos sociales y culturales que tiene la Europa actual en materia de memoria democrática e histórica.
Las jornadas fueron inauguradas por Simone Trecca, director del Departamento de LLCS, Ignacio Peyró, director del Instituto Cervantes de Roma y Marifé Santiago Bolaños, Fundación María Zambrano y en ellas han intervenido distintos especialistas en la obra de Zambrano como Elisabetta Sarmati (Sapienza Università di Roma), Paola Cattani (Università degli Studi Roma Tre), Esther Lázaro Sanz (Universitat Autònoma de Barcelona), Nieves Rodríguez Rodríguez (Universidad Complutense de Madrid/Universidad de Alcalá), Ignacio Amestoy (autor teatral), Rubén Buren, Juanma Romero Gárriz y Carmen Soler.
Además, Begoña Colmenero Niño, responsable de la Biblioteca María Zambrano del Instituto Cervantes de Roma, tuvo la posibilidad de presentar el Fondo María Zambrano de dicha biblioteca.